Rispetto dei requisiti ambientali nel settore tissue e cartario
La produzione di carta igienica, tovaglioli e fazzoletti non conosce sosta: si tratta infatti di prodotti enormemente diffusi, sempre richiesti e ampiamente utilizzati. Alla luce di questo, interrogarsi sulla sostenibilità del settore cartario è legittimo: quanto impatta veramente l’industria sull’ambiente?
La sostenibilità del settore cartario
In realtà, il settore non è tra i più minacciosi per l’ambiente. Il ciclo di produzione della carta fa uso di molto legno, dal momento che la cellulosa è il principale ingrediente della pasta da cui si ricavano i fogli. Per ottenerne di nuova, è necessario disboscare. Oppure no. Il processo di riciclo consente infatti di riutilizzare più volte la stessa materia, senza doverla costantemente reperire in natura. Da tempo la produzione di fogli riciclati affianca quella dei nuovi in cartiera.
Il tasso di riuso della carta è molto elevato: l’ultimo Rapporto Ambientale dell’Industria Cartaria Italiana rileva come oltre il 60% della produzione nazionale derivi dalla lavorazione di fibre riciclate. Per quanto riguarda gli imballi, il nostro Paese ha già superato la soglia dell’85% di materia prima riutilizzata, raggiungendo con largo anticipo l’obiettivo europeo al 2030. Ciò si deve alla rapida diffusione degli imballaggi biodegradabili, in seguito alle direttive europee che limitano il consumo di plastica monouso favorendo la produzione e il commercio di materiali riciclati e riciclabili.
Questi numeri sono particolarmente positivi, migliori di quelli dichiarati da altri Stati europei, e testimoniano quanta attenzione si ponga alla questione.
Naturalmente, le fibre vegetali necessarie perdono vigore ogni volta che vengono riusate e non è dunque possibile utilizzarle all’infinito. L’esperienza dei mastri cartai ci insegna che la cellulosa sia riutilizzabile fino a una decina di volte, purché la si rinforzi con materia più giovane. Il potenziale di circolarità di carta e cartone è alto e ciò apre la strada del riciclo a tutti i prodotti realizzati a partire da questo materiale.
Interessato ad una delle nostre soluzioni professionali?
I nostri esperti sono a tua disposizione!
Industria tissue: quando la catena del valore è green
Il valore della sostenibilità, piuttosto rilevante all’interno del settore cartario come descritto, riveste notevole importanza anche nell’ambito specifico del tissue. Naturalmente, la cellulosa utilizzata per produrre fogli, tovaglioli, fazzoletti e carta igienica è rinnovabile per propria natura, ma ciò non è sufficiente. Occorre infatti preservare il futuro dell’industria e, contemporaneamente, tutelare il pianeta.
La difesa degli alberi
Com’è noto, gli alberi svolgono un ruolo cruciale nel nostro ecosistema, convertendo l’anidride carbonica in ossigeno. Lo fanno principalmente nella fase di crescita, prima di raggiungere la maturità. Per questo motivo è necessario continuare a piantarne. L’industria della carta ha però bisogno di quegli stessi alberi: al fine di ottenere cellulosa, occorre tagliarli.
Implementando pratiche di selvicoltura sostenibile all’interno della filiera cartaria sarà possibile evitare disboscamenti illegali e sfruttare gli scarti dell’industria del legname, senza alcuna necessità di abbattere fusti per la produzione. Numerosi produttori europei di tissue sono membri di consorzi quali Ecolabel UE e PEFC e operano conformemente alle linee guida del Patto di Stabilità e Crescita stipulato tra i Paesi dell’Unione Europea. Ciò testimonia l’impegno ambientale delle aziende, non solo durante la trasformazione della materia prima in pasta e di quest’ultima in carta, bensì anche durante il trasporto dei prodotti, nel loro recupero al termine del ciclo di vita nonché nello sfruttamento idrico ed energetico durante le fasi produttive.
Dal 1970 a oggi, i macchinari per la produzione di carta hanno ridotto la quantità di acqua necessaria per produrre una tonnellata di pasta di cinque volte e, negli ultimi 10 anni, il consumo di questa preziosa risorsa da parte dell’industria è diminuito del 30%. Nello stesso periodo, si sono anche fatti più severi i requisiti ambientali ma la sostenibilità del settore cartario non ha mai accusato il colpo: gli attori coinvolti hanno continuato ad ammodernare pratiche e macchine per restare al passo con i tempi.
Circolarità e auto sostentamento
Il legno di scarto può diventare biomassa, energia da immagazzinare e riutilizzare, magari proprio per rispondere alle necessità della produzione cartaria.
La sostenibilità dell’industria della carta e, di riflesso, quella del tissue, è dovuta alla circolarità pressoché totale del suo processo produttivo. La filiera necessita di legno ma non deve necessariamente procurarselo dal bosco: può infatti sfruttare quello di scarto che l’edilizia getterebbe via e alimentare con esso la propria produzione. Cortecce, ramoscelli e altre parti di seconda e terza scelta possono diventare un pacco di fazzoletti, un quaderno, una confezione biodegradabile o persino una fonte energetica.
Ecco a cosa ci riferiamo quando parliamo di economia circolare, a un ciclo produttivo che non si esaurisce perché il prodotto residuo all’ultimo step va a ricostituire il primo anello della catena. Il settore cartario è tra i più attenti alla questione ambientale e opera per raggiungere una produzione e un consumo sostenibili, rispettando i requisiti ambientali richiesti dalla comunità scientifica e codificati dalla politica.
Iscriviti al canale LinkedIn per non perderti le novità dal mondo Svecom!
Interessato ad una delle nostre soluzioni professionali?
I nostri esperti sono a tua disposizione!